28 novembre 2015: Ore 20.45: Auditorium di Bertiolo (UD) , debutto del nuovo spettacolo della Compagnie Teatral "Clar di Lune" presieduta da Alberto Fabello, per la regia di Loredana Fabbro. Lo spettacolo è inserito nel circuito del centenario del ricordo grande guerra. In lingua friulana, con spezzoni di lingua italiana.

Un evento capitato all’improvviso, durato troppo a lungo e
mai veramente compreso. L’unica cosa certa è che ha lasciato dietro di sé
una scia di dolore in ogni persona. Alle Donne, in
particolare, ha tolto molto ma non ha scalfito il coraggio di andare
avanti né la dignità e la tenacia di resistere, senza mai smorzare
l’autorevolezza del loro silenzioso urlo.
In “Cidinis a fuart” emerge l’arte di sopravvivere delle Donne,
capaci di concedersi perfino attimi di passione e scampoli di
serenità in una guerra che avrebbe voluto sfiancarle.
Undici quadri teatrali, frutto di accurata ricerca
storica, narrano la realtà del 1915/18 nella zona del
Medio Friuli. Quando a viverla c’erano sì le Donne ma anche gli
Uomini, anch’essi vittime innocenti di qualcosa molto più grande di
loro. Un anno di appassionata ricerca ha portato
alla luce pagine della nostra storia, ripercorsa sul palcoscenico nei suoi
momenti drammatici ma anche nelle storie d’amore, negli episodi di
stupro e dolcezza, nelle verità scoperte sui diari e cronache del tempo.
Uno spettacolo che sa far leva sulle emozioni più vere ed intense. Che sa
lasciare profonda traccia.
Date Spettacoli:- Debutto a Bertiolo
(Ud) auditorium comunale sabato 28 novembre 2015 ore 20.45.
- Sabato 23 gennaio 2016
Codroipo (UD)Auditorium scuole medie ore 20.30.
- Venerdì 29 gennaio 2016
Sedegliano (UD)teatro Plinio Clabassi. ore 20.45.
- Sabato 6 febbraio Camino al Tagliamento t(UD) eatro comunale ore 20.45
Associazione Culturale "Clâr di Lune"
viale Rimembranze 1/a
33032 Bertiolocell. Loredana 347-5706579
clardilune@libero.it
clardilune.altervista.org
DEBUTTO 28 NOVEMBRE 2015
CIDINIS A FUART, un capolavoro fatto teatro
Da vent’anni la Compagnie teatral “Clâr di Lune” solca i
palchi regionali raccogliendo ovunque grandi soddisfazioni. Ma con “Cidinis a
fuart” ha superato se stessa. Al debutto, in un auditorium stracolmo , ha
regalato novanta minuti di assoluta emozione, sapientemente dosata dalla
regista Loredana Fabbro negli undici quadri scenici che hanno distillato la Grande Guerra e le sofferenze che ha portato
con sè. Uno spettacolo toccante, intenso e rispettoso per tutti coloro che,
cento anni fa, hanno vissuto quel tragico evento. Un lavoro difficile, che ha
richiesto dieci mesi di ricerca minuziosa e precisa per la stesura dei testi,
ma capace di dipanarsi sulla scena
grazie all’indiscussa capacità di interpretazione e di coesione del gruppo.
Che la compagnia “Clâr di lune”, presieduta da Alberto Fabello, sia squadra affiatata,
dove ognuno può contare sull’altro, è una felice quanto sorprendente realtà, che fa del teatro amatoriale una passione condivisa. Molti gli attori nuovi e questo è un ulteriore segnale della sua vitalità. Perché “Cidinis a fuart”? Non solo per ricordare il centenario della Grande Guerra nel Medio Friuli ma anche per la volontà di inoltrarsi in un territorio teatrale inedito, dove impegno e ricerca possano ampliarsi fino a sforare i confini noti. “Cidinis a fuart” conduce oltre il già visto, dove il contenuto si fa poeticamente comprensibile, sul filo di una umanità magistralmente espressa, con parole e con potente gestualità. E’ il silenzioso grido delle Donne durante la Prima Guerra Mondiale, quando il carico di responsabilità gravava sulla loro schiena e sul loro cuore. Bambine, spose, madri, nonne. Tutte accomunate da un evento capitato all’improvviso, durato troppo a lungo e mai veramente compreso. L’unica cosa certa è che ha lasciato dietro di sé una lunga scia di dolore per tutti. Alle Donne, in particolare, ha tolto molto ma non ha scalfito il coraggio di andare avanti né la dignità e la tenacia di resistere, senza mai smorzare l’autorevolezza del loro silenzioso urlo. Che rimane attuale, quasi un monito per l’umanità che sembra non comprendere l’insostituibile valore della Pace.
Che la compagnia “Clâr di lune”, presieduta da Alberto Fabello, sia squadra affiatata,
dove ognuno può contare sull’altro, è una felice quanto sorprendente realtà, che fa del teatro amatoriale una passione condivisa. Molti gli attori nuovi e questo è un ulteriore segnale della sua vitalità. Perché “Cidinis a fuart”? Non solo per ricordare il centenario della Grande Guerra nel Medio Friuli ma anche per la volontà di inoltrarsi in un territorio teatrale inedito, dove impegno e ricerca possano ampliarsi fino a sforare i confini noti. “Cidinis a fuart” conduce oltre il già visto, dove il contenuto si fa poeticamente comprensibile, sul filo di una umanità magistralmente espressa, con parole e con potente gestualità. E’ il silenzioso grido delle Donne durante la Prima Guerra Mondiale, quando il carico di responsabilità gravava sulla loro schiena e sul loro cuore. Bambine, spose, madri, nonne. Tutte accomunate da un evento capitato all’improvviso, durato troppo a lungo e mai veramente compreso. L’unica cosa certa è che ha lasciato dietro di sé una lunga scia di dolore per tutti. Alle Donne, in particolare, ha tolto molto ma non ha scalfito il coraggio di andare avanti né la dignità e la tenacia di resistere, senza mai smorzare l’autorevolezza del loro silenzioso urlo. Che rimane attuale, quasi un monito per l’umanità che sembra non comprendere l’insostituibile valore della Pace.
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Final:
VUERE… MALEDETE CHE TU SEVIS… TU MI AS VENDEMAT IL SANC… MA NO TU AS FAT ASÊT.
TU…VUERE…TU PODIS FAMI DUT,COPA IL ME CUARP, VENDILU PAR NUJE, CLAMA I MIEI FIS OSPEDALINS,
MA MAI … MAI… TU PODARAS SOTERA LA ME DIGNITAT.
MAI…ATU CAPIT?
CENT AINS A SON PASSAS, ATRIS VUERIS AN TONAT IL COUR, OMIS INOCENS MUARS PAR COLPE DI OMIS CENCE CJURVIEL, EPUR SOI CULI’, ANCJEMO e NO SOI MIGO BESSOLE VE’.
SIN IN TANTIS, IN DUT IL MONT, A CJALATI INTAI VOI, GROS… di CJUITE FAMADE, ROS… DI RABIE CANCRENIDE. TU SES SIMPRI IN UAITE…VUERE
TU TONIS e TU COPIS IN SIRIE, IN TURCHIE, PA LIS AFRICHIS, PA LI MERICHIS.
TU METIS TAL TO SAC NERI SANC DI FRUTS APENE NATS, MUART, DISTRUZION, VELENS.
E BES INTALIS SACHETIS DAI GENERAI.
TU SES UN CORVAT, VUERE, UN CORVAT CUI DINC DI SCLOPIS. UN LOF MASSE PASSUT,MAI CONTENT.
INVIDIOS. SIMPRI RABIOS. CHE AL VOUL VE DI PLUI DI PLUI DI PLUI.
E NO SI NECUARZ CH’ AL A MASSE.
MASSE TECNOLOGIE, MASSE MANGJA, MASSE… masse di dut
ATENS… LA VUERE A RESPIRE IL NESTRI AJAR.
VIN DI STA ATENS… DUCJUS… DUTIS NO.
MA STA ATENTE ANCJE TU , VUERE MALEDETE…
SIN IN TANTIS, IN DUT IL MONT, A CJALATI INTAI VOI.
E NO SARIN NO A SBASSAJU.
SCENA STUPRO
Mi faseve mal la panse. No rivavi nancje a cjamina. Curtis intala nature apene bastonade di un abort. Sanc. Sanc. No vevi pecjots par fermalu.
E lui al coreve, come Tiliment in plene, ju, pai agars da lis mes gjambis. Agars di piel a grops.
I eri sentade, dome un moment, intala cjadree di pae dure, dongje me cugnade, 20 agns, che a veve di parturì. A cigave e la comari a veve lis mans a cop, prontis a cjapa il cjavut di che creature che a voleve nassi.
Me pari, pojat intal mur plen di mufe, come tele di raj piturade di vert neri, nol saveve se sta culì o scjampa. Il me omp e me fradi a erin in vuere. Lui al veve di viodi di no.
Une TONADE e a spacat il ciga di me cugnade. Come di scarpons rabios su pa lis scjalis . Tancjus scarpons di fier sore dal len frait.
E la puarte si è SPALANCADE. Un soldat cu la baionete al veve smicjat il vecjo pai. Blanc come linsoul fresc di lissive. Lui al veve capit. Jo no. Fintremai che dos manatis di ciment no mi an gafade. Une mi a strent il cjaf. Che atre a ere intalis gnenfris da lis mes gjambis che a vaivin sanc.
Voi. Tancjus voi. Mangjavin il me cuarp cun bave di cai scjafojat dal burlac. No rivavi a ciga. Tantis manatis su la me bocje. Lis gramulis paralizadis.
FRET… cu la piel crote tal taulac lustrat dal sudor e dal sperma pucjalent. Glaç… intai voi dal me von cu la baionete intala temple mavide. Che al scugnive cjalami. Jo…soterade di montagnis di bestis umanis parsore dal me sanc che al cigave “Signor, indula setu?” e dentri flamis di curtis. Un …doi…tre…ancjemo…ancjemo.
Parce no podio muri cumo?
Po’…VONDE. Cidinor.
Spalancade la puarte. Scrufat il pai. Dome il vai di me nevot al emplave il scur. CIRIVI VOI E MANS A JUDAMI. Ducjus zirats di che atre bande.
Fret di nef intal me cuarp crot. Nancje il me sanc al rivave a scialdalu. Ni in chel moment ni mai plui. Cuant che par ducjus sares stade disonorade.
Par cualchedun, che che a veve cjapat gust. E no ere stade bune di disi di NO.
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